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25 Luglio 2018 - Commenti disabilitati su La nostra Rsa raccontata da dentro: nasce il Giornale del Fornari

La nostra Rsa raccontata da dentro: nasce il Giornale del Fornari

Non sarà il Corriere dalla Sera, ma nelle corsie del Fornari, una delle Rsa del Pio Albergo Trivulzio, l’attesa per l’uscita del secondo numero del Giornale del Fornari è molto alta. Del resto non poteva essere altrimenti considerato il successo dell’esordio: il primo numero uscito a luglio, stampato in un’ottantina di copie, è infatti andato letteralmente a ruba. E se la domanda supera l’offerta significa che il prodotto tira. Elementare Watson.

La free-press progettata all’interno della residenza per anziani che ospita 125 persone, è nata grazie a una fortunata triangolazione fra il Comitato Amici del Trivulzio, l’equipe socio-assistenziale della Rsa e l’intraprendenza di alcuni ospiti. Sotto l’egida dell’amministrazione del Trivulzio, naturalmente. “È così”, conferma la terapista occupazionale Silvia Zuccolin, che insieme all’educatrice Loretta Turri veste i panni del “direttore” del Giornale. “Una delle leve decisive”, continua, “è stato il corso Digital Trivulzio promosso dagli Amici che, oltre a mettere a disposizione le due postazioni digitali della redazione, hanno trasferito agli ospiti le competenze necessarie per mettersi davanti alla tastiera”. Ma come sa ogni buon direttore di giornale il successo o meno di una testata dipende in larga misura da chi si occupa della cucina delle pagine (nella fattispecie, otto per questa prima uscita). A raccogliere l’onere e l’onore è stato Francesco, un arzillo ultrasettantenne, che da un mese a questa parte trascrive in pagina i contributi che gli arrivano via mail dai collaboratori. Se Silvia e Loretta sono i direttori, lui di fatto è il caporedattore del Giornale del Fornari.

Alla base della filiera produttiva poi ci sono i redattori e i collaboratori. Una platea che rappresenta l’intera popolazione della Rsa: terapisti, ospiti, èquipe di assistenza, volontari, familiari, medici. Non a caso la parola che ricorre maggiormente nelle riflessioni dei due direttori è “comunità”. “Questo esperimento nasce proprio con l’idea di raccontare da dentro il vissuto, le opinioni, gli interessi della nostra comunità. Di chi fra queste mura passa l’intera giornata o comunque gran parte di essa”, spiega Silvia. Aggiunge Loretta: “Il senso è quello di rendere visibili e dare riconoscibilità a persone che spesso non riescono neppure ad alzarsi dal letto e a chi si prende cura di loro. Qui dentro c’è una comunità di persone che ha bisogno di rendersi visibile, che ha bisogno di uscire da queste stanze, magari non con le proprie gambe, ma almeno con i propri racconti, storie, sensazioni e sentimenti: il giornale assolve a questa funzione”. E, a giudicare dall’impatto del primo numero uscito a luglio (la testata viene distribuita all’interno del Fornari), l’obiettivo è stato centrato in pieno.

A firmare il primo editoriale della storia del Giornale del Fornari è stata la dottoressa Monica Gandelli, che ha concluso il suo intervento richiamando un vecchio adagio: “Da soli si cammina più veloce, ma insieme si va più lontano. Buon viaggio a tutti!”. Mentre a siglare il primo articolo di vita vissuta all’interno della Rsa, è stata la redattrice Cristina che dopo aver raccontato i primi difficili giorni in Rsa, conclude il suo pezzo con una svolta a 180 gradi: “Se mi avessero detto che era bello vivere in una Rsa non ci avrei creduto, ma adesso lo consiglierei perché c’è tanta umanità verso tutti”. La creatività del Fornari invece emerge dall’articolo firmato da un’altra redattrice: Sonia. Che attacca così il suo contributo: “Eccoci al Fornari!!! Con le amiche e gli amici sempre pronti ad impegnarsi in qualche attività creativa”. Infine Remo e Francesco curano le due rubriche fisse: l’Angolo della Poesia e l’Angolo delle Curiosità. Insomma otto pagine dense di vita e speranza. Tutte da leggere. Intanto però fervono i preparativi per la seconda uscita.

Silvia, Francesco e Loretta stanno già organizzando i contributi che saranno pubblicati sul numero di agosto. “È davvero sorprendente come il giornale abbia attivato tutti i nostri redattori, stanno arrivando un sacco di pezzi, saremo costretti ad aumentare la foliazione”, sorride Silvia. “Il giornale ha acceso il senso di appartenenza, oggi ci sentiamo davvero come una grande famiglia”, chiosa Loretta.

Una grande famiglia che si è messa nero su bianco.


In foto: Silvia, Loretta (di spalle) e Francesco

12 Maggio 2018 - Commenti disabilitati su 5 per mille, cari milanesi fidatevi degli Amici

5 per mille, cari milanesi fidatevi degli Amici

Un vecchio adagio recita, “Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto”. Gli Amici del Trivulzio sono un po’ così, dall’11 aprile 2016 hanno scelto di accendere le luci dentro un luogo storico di Milano, il Pio Albergo, per capire come rendere migliore la vita a chi lì dentro passa l’intera giornata o gran parte di essa. E allora cari milanesi, cari amici degli Amici, in tempi di dichiarazione dei redditi non è difficile mettere a fuoco 5 ottimi motivi per destinare (senza alcun costo aggiuntivo, ben inteso) il 5 per mille dell’Irpef al comitato degli Amici del Trivulzio Onlus.

 

  1. Gli Amici operano all’interno del Pio Albergo Trivulzio, una sorta di cittadella del welfare milanese con i suoi 70mila metri quadrati, 1.400 ospiti e 1.500 addetti. Rendere le loro giornate migliori significa fare un servizio alla città
  2. Digital Trivulzio è il progetto di formazione digitale di chi finora hanno giù usufruito 80 persone fra utenti interni e anziani del territorio. Con maggiori risorse saremmo in grado di organizzare più corsi così come ci è stato richiesto
  3. Adotta un Nonno è invece un progetto di assistenza domiciliare personalizzata ai cittadini milanesi anziani. In questa prima fase pilota siamo riusciti a supportare dieci anziani. Col tuo aiuto potremmo fare molto di più
  4. Lettura ad alta voce per gli ospiti della Rsa. Si tratta dell’ultimo progetto lanciato dagli Amici (ne parleremo prossimamente su questo sito) che offre a 8 utenti della Residenza sanitaria assistenziale del Pio Albergo la possibilità di assistere ogni settimana a 30 minuti di condivisione di un brano di un testo (la lettura è affidata a due lettori volontari) a cui seguono 20 minuti di dialogo e scambio di opinioni. Non sarebbe bello potere moltiplicare almeno per 2 il numero dei partecipanti? Per questo ci serve il tuo 5 per mille
  5. Sostenere le attività degli Amici significa sostenere un progetto innovativo di integrazione fra un grande e storico istituto pubblico e una piccola realtà non profit, che potrebbe essere d’esempio per altre realtà milanesi e non solo.

 

A questo punto quando farete la dichiarazione del redditi non rimane che firmare nel riquadro "Sostegno del Volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale" e scrivi il nostro Codice Fiscale: 97748610157