24 Maggio 2018 - Commenti disabilitati su I gruppi di lettura del Trivulzio: così gli anziani riannodano i fili della memoria
I gruppi di lettura del Trivulzio: così gli anziani riannodano i fili della memoria
Dal 10 di maggio presso la Residenza sanitaria assistenziale Bezzi del Pio Albergo Trivulzio accade una cosa a suo modo straordinaria: un gruppo di otto signore sui 90 anni si ritrova per leggere un testo e poi discuterlo, grazie al supporto di due lettori volontari e di una figura dello staff di Terapia occupazionale che già conosce gli ospiti.
Il progetto è stato ideato dal presidente onorario del comitato degli Amici del Trivulzio, Luigi Ferrari, e realizzato con la collaborazione del Pat, del settore Biblioteche del comune di Milano e della Fondazione Mondadori. Fino a dicembre i gruppi di lettura saranno due: il giovedì mattina dalle 10,30 alle 11,30 e il venerdì mattina dalle 11 alle 12.
«L’idea del progetto “lettura ad alta voce” mi è venuta ascoltando Farehneit, il programma di Radio Tre dedicato ai libri e alla lettura, programma in cui, oltre ad ascoltare con grande piacere libri letti da lettori e attori professionisti, si sente parlare di gruppi di lettura, di librerie, di presentazioni di nuovi libri, e anche di discussioni fra lettori di libri letti insieme», spiega Ferrari. Che aggiunge: «Anche se la realtà statistica ci dice che in Italia si legge poco, il tema dei libri risulta sempre motivante e affascinante, ed è così che ho pensato di proporre alla direzione e ai terapeuti del Pio Albergo Trivulzio , in via sperimentale, l’adozione di audiolibri per l’ascolto individuale degli ospiti della struttura e di letture in gruppo da parte di lettori professionisti che collaborano con l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Milano».
Vanna, 72 anni, fisioterapista in pensione è una dei tre lettori che ha partecipato al primo ciclo di lettura. «Dopo il corso di formazione del Comune sulla lettura ad alta voce ho chiesto di essere indirizzata a una struttura con la presenza di anziani, mi piaceva l’idea di confrontarmi con persone che hanno una storia alle spalle, piuttosto che con bambini che quella storia devono ancora costruirsela». Da qui la destinazione al Pat. «Per leggere ad alta voce in un contesto come questo occorre scandire bene le parole e interpretare il testo in modo da tenere alta l’attenzione di persone molto anziane».
Un altro “segreto” lo rivela una collega di Vanna, Ivana , 64 anni e alle spalle una carriera nel mondo delle pubbliche relazioni. Anche lei si formata con i corsi del Comune: «È fondamentale la comunicazione con verbale e il gioco di sguardi con cui, durante la lettura, interagiamo con gli ospiti».
Per l’esordio le due lettrici volontarie hanno scelto un testo di Italo Calvino, la Figlia del Re Sole. Un racconto però che si è rivelato non adatto alle ospiti del Pat. «Dobbiamo adattarci alle loro capacità cognitive: troppi personaggi e vicende troppo intricate, rischiano di distogliere l’attenzione» concordano Vanna e Ivana. Nelle prossime occasioni quindi saranno selezionati testi più semplici, ma anche meno fantasiosi. «Quello di cui hanno bisogno queste donne - e ce lo hanno chiesto anche in modo diretto – è di riconnettersi con la realtà per riannodare i fili della loro memoria, ma anche per essere informate di cosa succede fuori dalla Rsa», concludono le due volontarie.
In foto: Magda una delle lettrici volontarie all'opera presso l' Rsa Bezzi 1 B del Pio Albergo Trivulzio