18 Novembre 2018 - Commenti disabilitati su Piera Bonelli: «La violenza di genere non ha età, l’ho imparato stando accanto a mio marito»

Piera Bonelli: «La violenza di genere non ha età, l’ho imparato stando accanto a mio marito»

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza di genere, il 22 novembre il Trivulzio ha organizzato il convegno “Non c’è età per la violenza sulle donne”. L’evento si terrà presso l’Auditorium Porta in via Trivulzio 15 a Milano, tre giorni prima della ricorrenza. Ma perché la Giornata si celebra proprio il 25 novembre? Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

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Un episodio crudissimo. Ma la violenza contro le donne, ma in generale contro soggetti fragili, può essere anche poco appariscente e talvolta anche inconsapevole. È proprio intorno a questa riflessione che incentrerà il suo intervento Piera Bonelli, vedova di un ospite della Rsa Bezzi e socia fondatrice degli Amici del Trivulzio. «Mio marito», racconta, «ha vissuto al Trivulzio dal 2006 al 2015, nell’ultimo anno e mezzo nel reparto dedicato agli stati vegetativi, aperto dopo il varo della legge regionale». È durante questi 9 anni che Piera ha imparato a conoscere e a prendere le misure «con quella violenza, spesso dettata dal troppo amore, con cui talvolta i familiari degli anziani e dei malati trattano i loro cari». Qualche esempio? «Spesso mi è capitato di vedere, e tuttora nelle vesti di volontaria vedo, figli che “obbligano” i genitori ricoverati ad alzarsi dal letto o ad alimentarsi anche quando loro non se la sentono. E lo fanno certamente con un moto di affetto, ma senza pensare alla fatica e al dolore fisico che spesso inducono in persone molto fragili. Anche questa è violenza ed è bene rendersene conto».

La Giornata internazionale e il convegno del 22 novembre possono costituire l’occasione per riflettere su questo tema, «tenendo sempre presente che stiamo parlando di situazioni familiari e momenti molto delicati». Dove si può cercare allora un supporto? «Al Trivulzio fortunatamente è attivo un servizio psicologico di grande qualità. Io credo che proprio nel confronto e incontro con il personale medico e infermieristico oltre che in quello con gli altri familiari si possa trovare il giusto equilibrio per non rinunciare a trasmettere affetto ai nostri cari, senza però farli troppo penare».

Published by: Stefano Arduini in News

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