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2 Novembre 2020 - Commenti disabilitati su Attilio Busolin: “Vi racconto perché ho messo la mascherina alle statue di Milano”

Attilio Busolin: “Vi racconto perché ho messo la mascherina alle statue di Milano”

“L’idea di questo libro nacque dopo che il 22 marzo, quasi per caso, tracciai di getto uno schizzo della nostra cara Madonnina del Duomo che rappresentai con quella mascherina chirurgica che, in quei giorni, facevamo tutti tanta fatica a trovare. Da lì, ogni sera, quasi come un fioretto da terminare l’ultimo giorno di lockdown cercavo, insieme a Marco e Giovanni - pungoli costanti - un simbolo, una statua della nostra Milano, dalle più conosciute alle meno note che potesse trasferire le sensazioni personali e gli stati d’animo di quel periodo, come se fossero dei custodi mascherati che vigilano su di noi, sulla nostra città e sui suoi valori. Questi schizzi rappresentano il nostro essere, i sentimenti e lo spirito di quei giorni, nella grafica e nei colori, nei materiali prima scarsi e poi ritrovati, nella stanchezza di quelle serate”. Così Attilio Busolin spiega come è nata l’idea di “Nel contagio il cuore di Milano” un libricino originale, solidale e pieno di passione per Milano, per la sua gente e per la sua storia. Un libro lungo 43 giorni, i giorni del primo lockdown: una statua per ogni giorno.

Busolin è un dirigente di banca (“oltre che un alpino e  grande appassionato di Telemark”, tiene a precisare). Nella sua vita professionale (“che da sempre assorbe gran parte del mio tempo”) si occupa di finanza per le imprese per un importante istituto di credito italiano. Questo dalle otto del mattino alle otto di sera. Nelle sere di quelle settimane così straordinarie e tragiche è riemersa la sua vecchia passione: quella delle vignette e dell’illustrazione (in casa e fra gli amici, tra cui Marco Zanobio e Giovanni Colombo, “i pungoli costanti” di cui sopra, le sue moleskine con gli appunti e i disegni di viaggio sono un must). I proventi del libro, che sarà presentato a Book City (14 novembre ore 15,30), saranno destinati alle attività a favore degli anziani di Milano promosse da Amici del Trivulzio onlus.

La Madonnina, simbolo universale di Milano e la mascherina chirurgica, simbolo altrettanto universale della pandemia, ma anche della resistenza contro questo terribile virus. Partiamo da qui.

Come le è venuta in mente di “mascherare” la Madonnina?
Ho visto una mia vecchia foto sulla i-Pad della Madonnina e sono partito. Era il 22 marzo. Non mi sono più fermato, sino alla fine del blocco. E oltre alla mascherina ho introdotto un altro elemento fisso: i colori della bandiera italiana. Per dire che Milano e l’Italia erano una cosa sola, un’unica comunità sofferente, ma unita contro il virus.

 

43 statue, quali quelle a cui è più affezionato?
La Madonnina sicuramente, la prima e penso anche la meglio riuscita. Poi mi piace il Vittorio Emanuele, l’espressione del cavallo è realistica. Anche il Pegaso, la Terza giornata (qui in sotto) e Garibaldi funzionano bene. Credo.

Non solo personaggio milanesi o italiani, per esempio c’è anche un Nelson Mandela…
Essere accogliente, generosa e aperta al mondo è nel dna di Milano. Nella serie non potevano mancare gradi personaggi a cui la nostra città ha dedicato un monumento. Ma la vignetta di Mandela obiettivamente non è granché. Quel verde c’entra poco.

Eppure ha deciso di pubblicarla lo stesso, perché?
Ho tenuto tutto. E poi per tanti giorni ho dovuto lavorare con i gessetti e i pennarelli che avevo in casa. All’inizio per esempio non trovavo gli acquarelli. E questo ha inciso sulla qualità del disegno. Queste sono vignette figlie di quel momento. Belle o brutte che siano hanno un’anima, raccontano un sentimento, un momento unico

Cosa rappresenta per lei Milano?
Come si evince dal cognome io vengo da fuori, metà trentino e metà veneto. Ma come è successo a tanti Milano mi ha dato la possibilità di realizzarmi dal punto di vista professionale e umano. Questo libro per me è anche un modo per riconoscere gratitudine verso la mia città. I fondi che raccoglieremo serviranno a rendere migliore la vita a tanti anziani di Milano. La fascia di popolazione che più sta soffrendo gli effetti della pandemia.

Ora però ci risiamo, le toccherà allungare la serie delle statue mascherate…
Me lo hanno chiesto. Vediamo se trovo l’ispirazione, ci potrei pensare. Come abbiamo scritto nella conclusione del libro “gli accadimenti sembrano riportarci indietro nel tempo, al lockdown di primavera, quando tutto sembrava sospeso. Continuiamo quindi ad agire con responsabilità, rispetto e pazienza, animati da un sentimento fraterno. Ormai abbiamo capito che nessuno si salva da solo”. Infine mi lasci fare un sentito ringraziamento all’amico Cesare Moroni di  Moroni Editore e Edizioni Heimat che  ci sta aiutando veramente tanto, e con il cuore in mano,  in questo progetto”

Il libro “Nel contagio, il cuore di Milano” può essere richiesto ad Amici del Trivulzio onlus (info@amicideltrivulzio.it) oppure attraverso il sito di Moroni Editore (https://www.moronieditore.it/). Le donazioni raccolte contribuiranno a sostenere le attività solidali di Amici del Trivulzio a favore degli anziani di Milano.

3 Dicembre 2019 - Commenti disabilitati su La Tosca di Puccini? Vieni a vederla al Pio Albergo (con gli Amici del Trivulzio)

La Tosca di Puccini? Vieni a vederla al Pio Albergo (con gli Amici del Trivulzio)

L’appuntamento è fissato per sabato 7 dicembre alle ore 17 all’auditorium Gianluigi Porta del Pio Albergo Trivulzio, in via Trivulzio 15 a Milano. Dopo il successo dello scorso anno, infatti, la Baggina ospiterà la prima della Scala, nell’ambito del progetto “La Prima diffusa” promosso dal Comune di Milano. L’opera inaugurale della stagione del teatro meneghino sarà la Tosca di Giacomo Puccini, giunta al suo 119° compleanno. Diretta da Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore (che ha già firmato con successo “Attila” per l’inaugurazione 2018/2019) sarà trasmessa in diretta mondiale da Rai, grazie alla nona edizione di “Prima diffusa”. La città verrà infatti animata da oltre 50 iniziative tra proiezioni, concerti, performance, reading, incontri e conferenze dedicati all’opera, che coinvolgeranno più di 40 luoghi della cultura milanese e spazi cittadini simbolici presenti in tutti i 9 Municipi, fra cui appunto il Pio Albergo Trivulzio, che sarà una delle sedi del municipio 7.

“Siamo giunti alla nona edizione di Prima diffusa, e ogni anno scopriamo sempre più quanto questa manifestazione sia attesa dalla città:”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, che recentemente in occasione di Book City è stato ospite del Pio Albergo e del comitato degli Amici del Trivulzio, “la condivisione di un appuntamento così importante e sentito, qual è la Prima della Scala, unita a un programma di approfondimento e partecipazione diffuso in tutta Milano, assicura a questo evento una condivisione amplissima che va al di là dell'ascolto in diretta dell'opera”.

Per accompagnare gli spettatori nell’interpretazione del capolavoro pucciniano che interverranno all’Auditorium Porta (ingresso gratuito, un centinaio i posti a disposizione fino ad esaurimento) dalle 17,20 sarà con noi la professoressa Elena Barbalich, docente di Regia all’Accademia delle Belle Arti di Venezia e lei stessa regista teatrale.

L’inizio dell’opera è previsto per le ore 18, mentre la rappresentazione durerà circa tre ore incluso l’intervallo. Al termine della Prima vi sarà un “dopo teatro solidale”, che sarà anche l'occasione per presentare al pubblico le attività degli Amici del Trivulzio. Il Questo il menu: risotto alla milanese con riso proveniente dalle terre del Trivulzio, raspadura lodigiana anch’essa trivulziana (offerta dal caseificio Dedé) vino bianco e vino rosso (offerto da un benefattore anonimo) nonché panettone milanese (offerto da Coop Lombardia).

E-mail: Info@amicideltrivulzio.it
Tel: 02/4029664

 

 

16 Novembre 2019 - Commenti disabilitati su Letture ad Alta Voce: Bolognini e Del Corno “cantano” Milano per gli anziani del Trivulzio

Letture ad Alta Voce: Bolognini e Del Corno “cantano” Milano per gli anziani del Trivulzio

“Sì, me lo ricordo: passavano per i tetti come i gatti, l’Isola era un quartiere di malviventi”. La scintilla è scoppiata quando le due lettrici, Ivana e Stefania (nella foto qui sotto, Ivana con la sciarpa), leggendo Per Milano di Alda Merini hanno evocato il Robin Hood dell’Isola, al secolo il bandito Ezio Barbieri esponente di punta della ligera, la mala milanese, nato e cresciuto in via Borsieri.  Molti dei circa 50 anziani ospiti del Pio Albergo Trivulzio che giovedì 14 novembre hanno partecipato alle Letture ad alta voce nell’ambito di Book City Milano, avevano quel ricordo ancora nitido nella memoria.

La città di Milano è stata al centro delle letture di un pomeriggio molto particolare. Insieme ai “tradizionali” lettori volontari del Patto di Milano per la lettura all’iniziativa promossa dagli Amici del Trivulzio in collaborazione col Pio Albergo e l’Area Biblioteche del Comune a intrattenere i nonni della Baggina si sono uniti gli assessori Stefano Bolognini e Filippo Del Corno. Il primo responsabile della Politiche sociali, abitative e disabilità in Regione Lombardia, il secondo della Cultura a palazzo Marino.

Bolognini ha scelto il celebre passaggio manzoniano del cielo di Lombardia nei Promessi Sposi: “Quel Cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace”. Del Corno ha invece optato per un passaggio del Velocifero di Luigi Santucci. In coda alla “performance” entrami gli amministratori hanno espresso apprezzamento e sostegno per il progetto e si sono intrattenuti con gli anziani e i alcuni ragazzi dei Martinitt e Stelline che hanno preso parte al pomeriggio. Presenza sottolineata dal presidente degli Amici del Trivulzio Marco Zanobio (“Tenere viva la relazione fra i giovani e gli anziani è una ricchezza per entrambi”). La chiusura è toccata al direttore generale del Trivulzio Giuseppe Calicchio che proprio giovedì ha festeggiato il suo 48esimo compleanno: “Questa iniziativa dimostra ancora una volta come cultura e politiche sociali possano ben dialogare per rendere la nostra comunità, quella del Trivulzio, sempre più rispondente ai bisogni delle persone fragili che la abitano. È questa la strada che abbiamo intrapreso dal mio insediamento e che continueremo a perseguire, un approccio che potremmo definire cultura della carezza”.

Nella foto di apertura da sx: Giuseppe Calicchio, Marco Zanobio, Filippo Del Corno e Stefano Bolognini

8 Ottobre 2018 - Commenti disabilitati su Il Trivulzio nella Grande Guerra

Il Trivulzio nella Grande Guerra

Nel centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale, l’ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio presenta la mostra La Grande Guerra al Pio Albergo Trivulzio, un racconto per immagini degli anni in cui l’Istituto ha offerto il suo soccorso come ospedale militare.

La mostra rimarrà aperta da  sabato 13 ottobre a venerdì 30 novembre
Inaugurazione con aperitivo, venerdì 12 ottobre 2018 - Ore 18.00
Tutti i giorni, dalle ore 9.30 alle ore 19.30
presso il Pio Albergo Trivulzio
via Trivulzio, 15 - Milano

L’iniziativa, realizzata dal Museo Martinitt e Stelline, in collaborazione con Comitato Amici del Trivulzio Onlus, Auser Milano, Milano Attraverso e Associazione ex Martinitt e ex Stelline, nell’ambito della rassegna Novecento italiano e coinvolta nell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018 dal Ministero per i beni culturali e le attività culturali, verrà presentata in anteprima venerdì 12 ottobre, a partire dalle ore 18.00. Dal palco dell’Auditorium G. Porta del Pio Albergo, interverranno Giuseppe Armocida, medico, docente di storia della medicina, Luigi Ferlin, Presidente di Auser Milano e Cristina Cenedella, responsabile degli archivi del Trivulzio, Martinitt e Stelline e del Museo Martinitt e Stelline.

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UNA GUERRA DI TRINCEA
Il 23 maggio 2015, il Regno d’Italia dichiara guerra all’Impero Austro-Ungarico, entrando così in quel conflitto che presto divenne la Prima Guerra Mondiale, prima per i tanti tristi primati che l’accompagnarono (per numero di nazioni coinvolte; per essere stata combattuta per terra, cielo, mari e perfino sotto i mari; per i molteplici fronti di combattimento, perfino in alta quota; per l’uso di nuove armi: carri armati, sottomarini, armi chimiche; per i bombardamenti aerei sulle città; per le ferite e le patologie riscontrate, e per molto altro ancora). Ma la Grande Guerra fu anche prima per l’uso di nuovi medicamenti, di nuovi alimenti e di nuovi mezzi di comunicazione. Fu sicuramente una guerra di posizione, di trincea, che coinvolse milioni di persone e che causò oltre 650 mila militari italiani morti, cui si vanno aggiunti oltre 1 milione di civili, deceduti per malattie (influenza spagnola) e malnutrizione e in misura assai ridotta per azioni belliche.
Neppure un mese dopo l’inizio del conflitto, anche il Pio Albergo Trivulzio entrò in guerra e divenne attore fondamentale nel sistema della sanità militare, affiancandosi quale ospedale militare di riserva alla complessa rete realizzata all’interno della città milanese che capillarmente con oltre 60 luoghi si trasformò in un complesso sistema ospedaliero, al fianco del principale ospedale militare, all’epoca collocato dove oggi sorge la sede dell’Universita’ Cattolica.

IL SISTEMA SANITARIO-MILITARE
La mostra è stata curata da Cristina Cenedella, che ha voluto presentare non solo gli accadimenti all’interno del Trivulzio, ma anche come la città e tutta la Nazione affrontarono il conflitto, che vide coinvolti in modo attivo il personale del Trivulzio e molti ex Martinitt, che andati al fronte mai più fecero ritorno a casa. “Il percorso è ampio e molto ben documentato”, sottolinea Marco Zanobio, che oltre ad essere presidente di Amici del Trivulzio, nella cui veste ha attivamente ha collaborato alla realizzazione dell’evento, è anche un appassionato di studi storico-medici: socio della Società Italiana di Storia della Medicina e dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, è stato relatore in diversi convegni, trattando proprio di tematiche legate alla Grande Guerra e alla medicina militare. “Il visitatore” osserva Zanobio, “ potrà vedere, attraverso la ricca documentazione fotografica, come fosse organizzato all’epoca il sistema sanitario militare italiano”. “Medicina e Guerra costituirono sempre un connubio indissolubile anche se, dal punto di vista scientifico, i primi trattati di medicina militare sono alquanto recenti: nel Medioevo compaiono le prime opere di medicina militare, ma probabilmente il primo trattato è del 1606, un manoscritto del medico milanese Cesare Bergamio (Tryglosson per il regimento dell’universale conservatione della sanità dell’Esercito), conservato alla Biblioteca Ambrosiana, che tratta di medicina e igiene militare, destinato ai militari e al personale sanitario in servizio presso l’esercito”. “La Mostra consente di comprendere il ruolo di ospedale militare di riserva, che nel caso del Trivulzio accolse oltre 35.000 militari feriti, provenienti dai  diversi fronti. MIlano negli anni della Guerra accolse complessivamente circa 180.000 infermi: quindi ben si può comprendere il ruolo fondamentale svolto dal Trivulzio, che - inaugurato nel 1910 - costituiva l’ospedale più moderno e più all’avanguardia della città e forse non solo”.

Il Trivulzio ancora una volta diventa protagonista della storia milanese e non solo, grazie al fondamentale contributo offerto nella cura e assistenza ai militari feriti. La propria funzione andò oltre il 1918, infatti solo con il 1921 tutti i militari lasciarono il Trivulzio, consentendo così di ritornare alla propria originaria funzione. Nella mostra sono esposti per la prima volta al pubblico i registri sanitari dei militari feriti, con evidenza dei dati personali, delle informazioni di entrata in ed uscita dall’ospedale. Migliaia e migliaia di nomi, che nell’arco di 7 anni passarono per il Trivulzio.

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“Ho avuto modo di partecipare nella creazione della mostra, ritrovando nei documenti conservati presso le Civiche Raccolte Bertarelli al Castello Sforzesco alcune cartoline d’epoca, dove compare la facciata del Trivulzio con indicato Ospedale Chirurgico Militare e sul retro un timbro recante Ospedale Militare di Riserva - Baggina - Amministrazione. Questa immagine oggi è esposta nei pannelli della mostra”, segnala Zanobio. I pannelli passano in rassegna l’organizzazione non solo del Trivulzio ma dell’intero sistema sanitario militare; inoltre una sezione è dedicata al ruolo delle donne, che ebbero un ruolo determinante nella vita del sistema sanitario ma soprattutto economico del Paese: i militari erano al fronte, le donne lavoravano nelle fabbriche. Alcune immagini sono anche dedicate al ruolo degli animali, perché il trasporto - soprattutto in quota (pensiamo al fronte della Guerra Bianca) - avveniva grazie a muli, cani, asinelli e via dicendo. La mostra infine dedica ampio spazio la sacrificio che i Martinitt offrirono alla Patria: nella lapide commemorativa posta nell’edificio di via Pitteri sono riportati i nomi di quanti caddero al fronte. Per ogni militare è stata predisposta una scheda biografica, resa possibile grazie alla scrupolosa ricerca condotta negli archivi del Museo dei Martinitt, dai suoi curatori e dai molti volontari che vi hanno collaborato. Fra questi spicca sicuramente la medaglia d’oro al valor militare, Roberto Cozzi, cui la città di Milano ha dedicato una via e alla cui memoria è intitolata la piscina, realizzata negli anni Trenta del secolo scorso, per lo svolgimento dei campionati littoriali di nuoto.

 

IL MAGGIORE FRA GLI OSPEDALI MILITARI DI RISERVA
Un documento che testimonia l’importanza del Pio Albergo Trivulzio durante gli anni della prima guerra mondiale è un articolo intitolato “Ospedali militari di riserva-nella Città di Milano una storia di eccellenza e umanità durante la Grande Guerra” pubblicato su l bollettino Omc e Omi 3/2011 luglio-settembre (il foglio dell’ Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Milano) a firma di Dario Cova e Ugo Garbarini. Il documento è stato “scoperto” da  Zanobio.

Ma come raccontano il Trivulzio Cova e Garbarini? Come detto siamo nel maggio del 1915 e l’esercito italiano e quello austriaco si stanno battendo sul fronte che va dallo Stelvio al mare. A Milano il centro medico più importante è l’Ospedale Militare Principale, situato in largo Gemelli dove oggi sorge la sede principale dell’università Cattolica. A supporto di quella struttura in tutta la città vengono attrezzati gli Ospedali Militari di Riserve, il maggiore dei quali è proprio quello della Baggina). Scrivono i due autori: “L’autorità militare richiese la disponibilità del vasto complesso assistenziale per anziani e malati cronici denominato Pio Albergo Trivulzio (popolarmente definito “Baggina”) sollecitando il trasferimento dei suoi ospiti, i “Vecchioni”, nella sede di Porta Vittoria dell’Orfanotrofio maschile dei “Martinitt”, a loro volta sistemati nella casa di campagna di Canzo, in Brianza. Ma se il trasloco dei ricoverati anziani e autosufficienti era fattibile, più difficoltoso si presentava lo sgombero del Cronicario, dove erano assistiti per conto del Comune di Milano, oltre 800 malati inguaribili. A tale proposito si svolsero amichevoli trattative fra l’Autorità militare, le rappresentanze del Comune di Milano e della Pia Amministrazione che si conclusero con un accordo vantaggioso per entrambe le parti. Il Cronicario rimaneva nelle sue originarie strutture (edificio a sinistra entrando) lasciando libero l’edificio sulla destra (Ospizio dei sani) per l’allestimento di uno spazioso ospedale militare chirurgico di riserva, in grado di far fronte ad ogni possibile emergenza bellica, come poi avvenne. Il complesso residenziale, che aveva allora solo cinque anni di vita, era quanto di meglio poteva offrire la città di Milano: edifici moderni e funzionali, spaziosi e ben ventilati, con buona esposizione solare, strutture già attrezzate con impianti di base, che potevano, con appropriati adattamenti, essere utilizzati per le nuove esigenze medico-militari. Tre mesi dopo la sua istituzione per le drammatiche esigenze di guerra e le sopravvenute epidemie di colera, venne istituita una sezione contumaciale, portando a 1240 i posti letto normalmente disponibili. L’Ospedale funzionò sempre al gran completo, con la costante presenza di feriti gravi barellati: dal 22 agosto 1915 al 31 maggio 1921 i militari ricoverati furono ben 35.463 con un totale di 1.186.751 giornate di presenza.

Nel complesso i feriti ricoverati in chirurgia furono 19.463, dei quali 645 ufficiali, 16.909 di truppa e 2092 prigionieri di guerra. Da rilevare la percentuale estremamente bassa di decessi ove si consideri il numero e la gravità dei feriti: lasciarono la vita 4 ufficiali, 321 soldati e graduati e 98 prigionieri. La Città di Milano, con le sue strutture civili “militarizzate” e le Istituzioni sanitarie d’avanguardia, ebbe un ruolo di primo piano in quell’immane conflitto: un contributo, poco conosciuto, di eccellenza e umanità che è giusto ricordare. Nel giugno del 1918 le operazioni belliche sul fronte italiano furono caratterizzate dall’ultimo grande attacco austriaco dal significativo e minaccioso nome di “Operazione Radetzki”. Dopo sei giorni di inutile lotta gli austriaci abbandonarono il terreno e come disse Ludendorff “Per la prima volta avemmo la sensazione della nostra sconfitta.” Di lì a qualche mese Vittorio Veneto, la Vittoria!”.

IL MONUMENTO IN ONORE DEI MARTINITT
“Cento anni dopo la fine della Grande Guerra, arricchiamo le diverse celebrazioni dedicate a questa ricorrenza, condividendo il contributo offerto dal Pio Albergo Trivulzio in quel periodo, a sostegno dei militari feriti”. conclude Claudio Sileo, direttore Generale ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio, “una testimonianza particolarmente importante perché per la prima volta viene data la possibilità al pubblico di conoscere questo tassello della storia di assistenza del nostro Istituto. Il prossimo 4 novembre coinvolgeremo anche i centenari ricoverati nelle nostre Residenze, daremo loro una medaglia per ricordare i cento e più anni di storia che hanno vissuto in prima persona. A ricordo dei dipendenti e degli orfani Martinitt coinvolti dal conflitto, inoltre, inaugureremo un monumento e una targa in loro onore.


  • La foto di apertura è tratta dal bollettino dell’Ordine dei Medici di Milano su concessione della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli - Castello Sforzesco - Milano
  • L'immagine del timbro è tratta da una cartolina conservata presso la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli - Castello Sforzesco - Milano

14 Settembre 2018 - Commenti disabilitati su Gli Amici del Trivulzio a Merate. Ecco come è andata

Gli Amici del Trivulzio a Merate. Ecco come è andata

Lo scorso 8 settembre è stata giornata ricca di eventi, emozioni e ricordi in quel di Merate e Montevecchia, dove il Pio Albergo Trivulzio ha voluto festeggiare tre grandi anniversari: a chiusura delle celebrazioni per i 250 anni dalla morte del Principe Trivulzio, sono stati infatti ricordati sia i 50 anni dalla nascita dell’Istituto Frisia, voluto dal benefattore Filippo Frisia sia i 300 anni dalla nascita di Maria Gaetana Agnesi, grande matematica ma anche benefattrice e soprattutto prima direttrice del Pio Luogo Trivulzio a fine Settecento.

Trivulzio, Agnesi e Frisia sono così accomunati da quell’unico filone filantropico, che caratterizza l’animus generoso del lombardo, sempre pronto all’accoglienza e all’aiuto delle persone bisognose e che ha trovato terreno fecondo a Merate dove nel 1968 è sorta grazie al benefattore Filippo Frisia una casa per l’assistenza ad anziani, invalidi e inabili.

Durante la mattina, a Merate, dopo il saluto del direttore generale del Trivulzio, dottor Claudio Sileo, si sono succedute le autorità locali (ricordiamo, fra gli altri, il sindaco di Merate Andrea Massironi, l’assessore alla cultura Federica Gargantini, il direttore generale dell’ATS Monza e Brianza Massimo Giupponi), e quelle regionali, con l’assessore alle politiche sociali Stefano Bolognini, che hanno presentato il ruolo e l’importanza dell’Istituto Frisia sul territorio, nonché la storia e la lungimiranza che questo luogo ha avuto nel cogliere i bisogni degli ospiti e nel rispondere in modo concreto ed adeguato all’evolversi delle esigenze della popolazione anziana.

L’assessore Bolognini ha ringraziato tutti quanti al Trivulzio e al Frisia prestano servizio e assistenza in modo esemplare a chi ne ha bisogno, ricordando altresì il ruolo di Amici del Trivulzio, per l’occasione rappresentata dal presidente Marco Zanobio.

La mattina si è conclusa con l’intervento dell’avv. Alberto Frisia, uno dei figli del filantropo Filippo Frisia, che ha ricordato la figura paterna e ha ripercorso – insieme al fratello Francesco – le origini dell’Istituto, anche attraverso aneddoti e curiosità sulla vita familiare.

L’evento è stato accompagnato da brani musicali suonati dalla storica Banda dei Martinitt, che ha percorso le vie della città fino alla casa comunale, dove dopo i discorsi è stata inaugurata una mostra iconografica, che racconta la storia della Famiglia Trivulzio, del Pio Albergo Trivulzio, di Maria Gaetana Agnesi, della Famiglia Frisia e dell’Istituto, nonché di Amici del Trivulzio e dei suoi progetti.

Il Presidente di Amici del Trivulzio ha avuto modo di ripercorrere insieme ad Alberto e Francesco Frisia e ad alcuni aneddoti raccontati con affetto sulla figura  paterna, la nascita dell’Istituto, dall’inaugurazione alla presenza del senatore Giovanni Spagnolli (ministro nei governi Moro e Leone, nonché Presidente del Senato) ai primi anni di vita dell’Istituto sotto la guida del primo direttore sanitario, dott. Enrico Bareggi (scomparso tre anni or sono; era presente però alla cerimonia, la figlia Maria Luisa). In vista della giornata dedicata al Frisia, Marco Zanobio ha avuto modo di acquisire notizie sull’Istituto sia dal dott. Sergio Ghidinelli sia dal dott. Elia Messa, che sono stati direttori sanitari e che ancora oggi ricordano con emozione l’opera prestata al Frisia.

Il Presidente di Amici del Trivulzio ha colto infine l’occasione per presentare all’Amministrazione Comunale di Merate il progetto Digital Trivulzio, già attivo all’interno del Pio Albergo Trivulzio, con la realizzazione di un’aula digitale dove tenere corsi di informatica per gli anziani, aprendo così la possibilità di replicare l’iniziativa anche nel Comune di Merate, coinvolgendo le associazioni e gli istituti scolastici locali, in modo da avvicinare la popolazione anziana ai nuovi strumenti informatici, in un più ampio progetto di alternanza scuola-lavoro.

La mattina è trascorsa velocemente, prima di trasferirsi presso l’Istituto Frisia, dove la Banda dei Martinitt ha allietato gli anziani ospiti con un concerto nel grande parco dell’Istituto, che ha visto l’attiva partecipazione di alcuni anziani, che hanno accompagnato - sotto la guida degli animatori - con il proprio canto la performance musicale. Gli ospiti, emozionati dalla presenza della Banda, hanno ringraziato per l’affetto dimostrato da tutti, auspicando che presto possa essere replicato un nuovo evento musicale. Il direttore generale dott Sileo, unitamente all’assessore regionale Bolognini e all’assessore Gargantini hanno voluto ricordare la figura di Filippo Frisia e rinnovare il grazie agli eredi del grande filantropo, che sono stati presenti insieme ai propri nipoti e bis-nipoti, che per la prima volta sono entrati nei palazzi, realizzati dal proprio avo in omaggio ai propri genitori Giuseppina e Costantino ed alla sorella Anita.

Il pomeriggio si è concluso a Montevecchia, dove nella piazza su cui si affaccia l’avita casa di Maria Gaetana Agnesi, si è tenuto un concerto della Banda dei Martinitt, con un repertorio vario di trasposizioni per banda do grandi classici, sotto la guida del Maestro Michele Fioroni. Dopo l’apertura con l’Inno di Mameli, si sono susseguiti brani di Monteverdi, di Handel, di Beethoven e di Vivaldi. Il prossimo concerto sarà nella storica Casa Verdi, la più grande opera mai realizzata, come disse il grande compositore, a Milano il 13 settembre.

A chiusura della giornata, la visita del palazzo Agnesi, oggi dimora privata, dove la matematica Maria Gaetana Agnesi ha vissuto e dove ancora oggi si possono ammirare alcuni antichi arredi, oltre ai luoghi ed alla camera dove era solita dormire e il grandioso giardino, proprio a ridosso del santuario dedicato a san Giovanni Battista, sul culmine di Montevecchia, a dominio dell’intera zona.

3 Settembre 2018 - Commenti disabilitati su Arriva a Merate la mostra sui 250 anni del Trivulzio

Arriva a Merate la mostra sui 250 anni del Trivulzio

Sabato 8 settembre appuntamento a Merate, in provincia di Lecco, presso il Municipio (piazza degli Eroi 3). Si inaugura, infatti, alle 10.45 la mostra fotografica "250 anni di Trivulzio. Dall'Eredità del '700 al Welfare del Futuro". L'esposizione sarà l'ultima iniziativa del calendario delle celebrazioni per i 250 anni dalla morte del filantropico Principe Antonio Tolomeo Trivulzio, fondatore degli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo, e sarà l'occasione per festeggiare anche i primi 50 anni dell'Istituto Giuseppina e Costantino Frisia di Merate.

Il progetto culturale ripercorre la storia dei due importanti Istituti – lo storico Pio Albergo Trivulzio di Milano e la Casa di Riposo Frisia, costola del Pio Albergo Trivulzio, e importante lascito della Famiglia Frisia a Merate. La rassegna, curata da Paolo Biscottini docente e direttore emerito del Museo Diocesano (qui l'intervista rilasciata al nostro sito), si terrà nell’atrio dell’Auditorium comunale e sarà visitabile sino al 6 ottobre.

I visitatori avranno l'opportunità di conoscere le tappe principali, i luoghi e le persone che hanno fatto la storia di ieri e di oggi del Pio Albergo Trivulzio. In questo percorso non potevano certo mancare gli Amici del Trivulzio a cui è stato dedicato uno specifico pannello della mostra.

In coda all'evento infine nel pomeriggio dell’8 settembre ci sarà inoltre un concerto della Banda de I Martinitt nella splendida cornice di Montevecchia

 

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24 Maggio 2018 - Commenti disabilitati su I gruppi di lettura del Trivulzio: così gli anziani riannodano i fili della memoria

I gruppi di lettura del Trivulzio: così gli anziani riannodano i fili della memoria

Dal 10 di maggio presso la Residenza sanitaria assistenziale Bezzi del Pio Albergo Trivulzio accade una cosa a suo modo straordinaria: un gruppo di otto  signore sui 90 anni si ritrova per leggere un testo e poi discuterlo, grazie al supporto di due lettori volontari e di una figura dello staff di Terapia occupazionale che già conosce gli ospiti.

Il progetto è stato ideato dal presidente onorario del comitato degli Amici del Trivulzio, Luigi Ferrari, e realizzato con la collaborazione del Pat, del settore Biblioteche del comune di Milano e della Fondazione Mondadori. Fino a dicembre i gruppi di lettura saranno due: il giovedì mattina dalle 10,30 alle 11,30 e il venerdì mattina dalle 11 alle 12.

«L’idea del progetto “lettura ad alta voce” mi è venuta ascoltando Farehneit, il programma di Radio Tre dedicato ai libri e alla lettura, programma in cui, oltre ad ascoltare con grande piacere libri letti da lettori e attori professionisti, si sente parlare di gruppi di lettura, di librerie, di presentazioni di nuovi libri, e anche di discussioni fra lettori di libri letti insieme», spiega Ferrari. Che aggiunge: «Anche se la realtà statistica ci dice che in Italia si legge poco, il tema dei libri risulta sempre motivante e affascinante, ed è così che ho pensato di proporre alla direzione e ai terapeuti del Pio Albergo Trivulzio , in via sperimentale, l’adozione di audiolibri per l’ascolto individuale degli ospiti della struttura e di letture in gruppo da parte di lettori  professionisti che collaborano con l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Milano».

Vanna, 72 anni, fisioterapista in pensione è una dei tre lettori che ha partecipato al primo ciclo di lettura. «Dopo il corso di formazione del Comune sulla lettura ad alta voce ho chiesto di essere indirizzata a una struttura con la presenza di anziani, mi piaceva l’idea di confrontarmi con persone che hanno una storia alle spalle, piuttosto che con bambini che quella storia devono ancora costruirsela». Da qui la destinazione al Pat. «Per leggere ad alta voce in un contesto come questo occorre scandire bene le parole e interpretare il testo in modo da tenere alta l’attenzione di persone molto anziane».

Un altro “segreto” lo rivela una collega di Vanna, Ivana , 64 anni e alle spalle una carriera nel mondo delle pubbliche relazioni. Anche lei si formata con i corsi del Comune: «È fondamentale la comunicazione con verbale e il gioco di sguardi con cui, durante la lettura, interagiamo con gli ospiti».

Per l’esordio le due lettrici volontarie hanno scelto un testo di Italo Calvino, la Figlia del Re Sole. Un racconto però che si è rivelato non adatto alle ospiti del Pat. «Dobbiamo adattarci alle loro capacità cognitive: troppi personaggi e vicende troppo intricate, rischiano di distogliere l’attenzione» concordano Vanna e Ivana. Nelle prossime occasioni quindi saranno selezionati testi più semplici, ma anche meno fantasiosi. «Quello di cui hanno bisogno queste donne - e ce lo hanno chiesto anche in modo diretto – è di riconnettersi con la realtà per riannodare i fili della loro memoria, ma anche per essere informate di cosa succede fuori dalla Rsa», concludono le due volontarie.


In foto: Magda una delle lettrici volontarie all'opera presso l' Rsa Bezzi 1 B del Pio Albergo Trivulzio

21 Marzo 2018 - Commenti disabilitati su Appuntamento al Trivulzio per il Forum delle Politiche Sociali di Milano

Appuntamento al Trivulzio per il Forum delle Politiche Sociali di Milano

Si apre il  22 marzo il settimo Forum delle politiche sociali del comune di Milano sotto il titolo “Tutta la Milano possibile”. La serie di eventi e confronti fra istituzioni, Terzo settore, operatori e cittadini sui principali temi del sociale si chiuderà martedì 27 marzo.

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Nel corso della settimana, l’appuntamento si svilupperà con oltre 160 relatori e 55 incontri distribuiti in tutta la città: dalla casa dei Diritti di via De Amicis alla Triennale di viale Alemagna, dal tour culturale all’interno degli spazi WeMi agli incontri a Palazzo Reale, dai sopralluoghi nel quartiere Adriano a quelli al Corvetto fino al Pio Albergo Trivulzio.

 

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Venerdì 23 marzo infatti presso lo spazio CuraMi all’interno  gestito dalla cooperativa sociale Eureka! della struttura di via Trivulzio 15 in collaborazione con il comitato degli Amici del Trivulzio dalle 15 alle 16,30 si terrà alla presenza dell’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino l’evento “Lettura con un volontario”. Un’attrice professionista in qualità di volontaria leggerà infatti il monologo “Lei dunque capirà” di Claudio Magris. La lettura, totalmente gratuita e rivolta agli anziani (non solo quindi agli ospiti del Pat)  durerà circa un’ora, al termine della quale sarà offerta a tutti gli intervenuti una merenda.