All Posts in donne

24 Luglio 2019 - Commenti disabilitati su Piera: «Gli Amici del Trivulzio mi regalano tante emozioni»

Piera: «Gli Amici del Trivulzio mi regalano tante emozioni»

Un sorriso sottile e uno sguardo birichino. Piera Locatelli, milanese ha 77 anni ed è una degli anziani ospitati nella Rsa del Pio Albergo Trivulzio. In questi ultimi mesi è entrata in contatto con alcune delle iniziative degli Amici del Trivulzio, due in particolare: le “Letture ad alta voce” del mercoledì mattina e il corso di alfabetizzazione informatica battezzato “Digital Trivulzio”. Due impegni che non solo le riempiono la giornata, «ma che mi consentono di imparare tante cose, che mi serviranno in futuro». Nubile («zitella», precisa lei sorridendo), milanese, una vita da impiegata come operatrice contabile, Piera da agosto vive in una nel reparto Pio XI del Trivulzio (in precedenza era stata ospitata in un altro reparto del Pat, il Barnovano). Condivide la camera «con una signora cieca e un’altra signora che non parla, ma guarda sempre la televisione: è appassionatissima di canale 5. Non parla, ma capisce tutti e si fa delle grandi risate vedendo i suoi programmi preferiti. Stiamo bene insieme, in stanza non ci sono problema, anche se qualche volta il volume è un po' troppo alto».

Piera Locatelli con la segretaria degli Amici del Trivulzio Elena Capri

Anche nel raccontarsi Piera dà l’idea di essere una donna pacata, attenta e anche molto curiosa (la sua prima passione sono i casi giudiziaria: la sua rivista di riferimento è infatti “Giallo”, il settimanale su storie, delitti e misteri). Ed è proprio la curiosità di confrontarsi con le nuove tecnologie che l’ha portata ad iscriversi al corso digitale degli Amici. «Volevo imparare ad usare il computer. Il corso base che ho frequentato questa primavera è stato molto utile, mi hanno perfino consegnato un attestato dicendomi che sono stata brava. Per me è stata una grande soddisfazione».

«Una delle cose che più mi ha divertita», continua Piera, «sono stati alcuni test, indovinelli o cruciverba digitale che facevamo al computer. Nella maggior parte dei casi riuscivo a concluderli positivamente e anche in un buon tempo. Quando andava tutto bene, uscivo davvero emozionata». «Poi», conclude parlando sempre del laboratorio digitale «è stato bello che ci fossero anche i ragazzi delle superiori che, all’interno di un programma di alternanza scuola-lavoro, ci davano una mano quando avevamo qualche dubbio.  Se mi iscriverò alla prossima edizione di Digital Trivulzio? Non c’è nemmeno da domandarlo, certo che sì».

Piera Locatelli ritira l'attestato di partecipazione al corso digital dalla mani del direttore generale del Pat Giuseppe Calicchio

Lo scorso 13 giugno Piera ha partecipato anche alla charity dinner in favore degli Amici del Trivulzio. «Un’altra grande emozione che mi ha dato questa associazione, ho apprezzato la cucina di Davide Oldani; a un certo punto mi hanno anche dato il microfono e ho potuto portare la mia testimonianza davanti a una ampia platea, fra cui c’erano anche persone importanti».

Piera Locatelli interviene in occasione della charity dinner 2019 dello scorso giugno

19 Marzo 2019 - Commenti disabilitati su Medicina di genere: come cambiano prevenzione e terapie fra uomini e donne

Medicina di genere: come cambiano prevenzione e terapie fra uomini e donne

Negli ultimi 25-30 anni, in medicina si è sviluppato un approccio innovativo, mirato a studiare l’impatto sulle malattie del genere e di tutte le variabili che gli sono associate: biologiche, ambientali, culturali e socioeconomiche. Se volessimo ancorare a una data questa tendenza degli studi medico-scientifici potremmo indicare il 1991 quando, per la prima volta, venne menzionata in medicina la “questione femminile”: Bernardine Healy, cardiologa americana e direttrice del National Institute of Health, pubblicò un editoriale sul New England Journal of Medicine, intitolato “The Yentl syndrome”, in cui  evidenziava la differente gestione della patologia coronarica, con un numero ridotto di interventi diagnostici e terapeutici effettuati sulle donne, a parità di condizioni e, dunque, un approccio clinico-terapeutico discriminatorio e insufficiente se confrontato con quello praticato nei confronti degli uomini.

Il target della medicina di genere è quello di comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze correlate al sesso agiscono sullo stato di salute e sull’insorgenza e il decorso delle malattie e sulle terapie da applicare. Gli uomini e le donne, infatti, pur essendo soggetti alle medesime patologie, presentano sintomi, progressione di malattie e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro. Da qui la necessità di porre particolare attenzione allo studio del genere inserendo questa “nuova” dimensione della medicina in tutte le aree mediche.

Presso il Pio Albergo Trivulzio (via Trivulzio 15 a Milano) il prossimo 21 marzo dalle 8,30 alle 16,30 si terrà un convegno (con accreditamento Ecm) intitolato proprio “La medicina della differenza: un viaggio attraverso i generi e le culture”. Ad organizzarlo, insieme alla gastrointerologa del Trivulzio Cristina Neri è stata la sua collega Barbara Caimi (immagine di apertura nel suo ufficio nel maggio del 2017 ) che oltre ad essere cardiologa del Pio Albergo è socia degli Amici del Trivulzio. Il presidente degli Amci, Marco Zanobio, sarà presente al convegno e porterà i saluti del comitato.

medicidifferenza1medicinadifferenza2

“Prenderemo in esame sotto diversi punti di vista (da quello pneumologico a quello diabetologico, passando per i disturbi alimentari, le demenze, gli stati depressivi...) i modelli di trattamento delle diverse patologie in base alle differenze di genere”, interviene Caimi. Che esemplifica: “I fattori di rischio legati al diabete cambiano fra uomini e donne: per i primi i punti di attenzione medica sono spesso legati allo stress da lavoro o al fumo. Nelle donne invece influiscono maggiormente la menopausa e gli squilibri ormonali”. Grazie all’approccio di genere in questi ultimi anni la medicina ha alzato le sue performance, “contribuendo a perfezionare la prevenzione delle malattie e ad aumentare la speranza di vita: pensiamo solo che fino a pochi anni fa si consideravano anziani gli over 65, mentre adesso l’asticella si è alzata agli over 75”.

C’è poi un altro aspetto molto rilevante su cui si focalizzerà il convegno. Alcune patologie pur avendo una connotazione tipica di genere, tendono sempre più a presentare quadri clinici che interessano anche l’altro sesso e come tali talvolta vengono sottovalutate non solo per il mancato riconoscimento di sintomi inusuali, ma anche per una diversa progressione di patologie e risposta terapeutica ai trattamenti. Un esempio? “L’osteoporosi che nell’immaginario collettivo è una malattia tipicamente femminile si sta presentando che sempre maggior frequenza anche fra gli uomini”, conclude la dottoressa Caimi.

18 Novembre 2018 - Commenti disabilitati su Piera Bonelli: «La violenza di genere non ha età, l’ho imparato stando accanto a mio marito»

Piera Bonelli: «La violenza di genere non ha età, l’ho imparato stando accanto a mio marito»

In occasione della Giornata mondiale contro la violenza di genere, il 22 novembre il Trivulzio ha organizzato il convegno “Non c’è età per la violenza sulle donne”. L’evento si terrà presso l’Auditorium Porta in via Trivulzio 15 a Milano, tre giorni prima della ricorrenza. Ma perché la Giornata si celebra proprio il 25 novembre? Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

violenzadonne

Un episodio crudissimo. Ma la violenza contro le donne, ma in generale contro soggetti fragili, può essere anche poco appariscente e talvolta anche inconsapevole. È proprio intorno a questa riflessione che incentrerà il suo intervento Piera Bonelli, vedova di un ospite della Rsa Bezzi e socia fondatrice degli Amici del Trivulzio. «Mio marito», racconta, «ha vissuto al Trivulzio dal 2006 al 2015, nell’ultimo anno e mezzo nel reparto dedicato agli stati vegetativi, aperto dopo il varo della legge regionale». È durante questi 9 anni che Piera ha imparato a conoscere e a prendere le misure «con quella violenza, spesso dettata dal troppo amore, con cui talvolta i familiari degli anziani e dei malati trattano i loro cari». Qualche esempio? «Spesso mi è capitato di vedere, e tuttora nelle vesti di volontaria vedo, figli che “obbligano” i genitori ricoverati ad alzarsi dal letto o ad alimentarsi anche quando loro non se la sentono. E lo fanno certamente con un moto di affetto, ma senza pensare alla fatica e al dolore fisico che spesso inducono in persone molto fragili. Anche questa è violenza ed è bene rendersene conto».

La Giornata internazionale e il convegno del 22 novembre possono costituire l’occasione per riflettere su questo tema, «tenendo sempre presente che stiamo parlando di situazioni familiari e momenti molto delicati». Dove si può cercare allora un supporto? «Al Trivulzio fortunatamente è attivo un servizio psicologico di grande qualità. Io credo che proprio nel confronto e incontro con il personale medico e infermieristico oltre che in quello con gli altri familiari si possa trovare il giusto equilibrio per non rinunciare a trasmettere affetto ai nostri cari, senza però farli troppo penare».