16 Giugno 2018 - Commenti disabilitati su Parla chef Oldani: un piacere cucinare per gli Amici del Trivulzio
Dal governatore Attilio Fontana alla vice sindaco Anna Scavuzzo, dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera al suo omologo a Palazzo Marino, Pierfrancesco Majorino. E ancora i sindaci storici di Milano: Gabriele Albertini, Piero Borghini, Marco Formentini, Paolo Pillitteri. Insomma fra i 240 invitati alla charity dinner a sostegno dei progetti degli Amici del Trivulzio c’era una bella fetta della storia e del presente di Milano. Gli invitati hanno anche partecipato a un'asta (magistralmente condotta da Lella Costa) in cui sono stati battuti diversi premi, come la maglia autografata del calciatore dell'Inter Mauro Icardi, due bottiglie magnum di Barolo e una visita esclusiva al Teatro alla Scala.
“Se negli anni passati Milano e il Trivulzio si sono forse allontanati l'una dall'altro, noi desideriamo ricreare quel legame” ha detto Marco Zanobio, presidente degli Amici, “Questa sera abbiamo voluto raccontare ai milanesi l'importanza delle nostre iniziative e la validità della nostra missione. Insieme si possono fare tante belle cose e crediamo che, dopo questa sera, Milano saprà continuare in quell'opera di fare bene e fare del bene, per stare vicino ogni giorno ai propri anziani”. “Non ci fermiamo qui”ha aggiunto Claudio Sileo, direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, “Il Trivulzio è entrato nella storia soprattutto perla sua tensione costante alla sperimentazione e all'innovazione”. A proposito di innovazione, fra le attrazioni principali della serata va sicuramente annoverato Davide Oldani lo chef stellato, che ha curato il menu. Lo abbiamo avvicinato, rubandogli qualche minuti fra un piatto e l’altro: "Un'intervista per gli Amici del Trivulzio? Certo per me è un piacere dare una mano a progetti del genere"
Come si scegli un menu per una charity dinner come questa?
Cena solidale o cena normale per me non ci sono grandi differenze. In entrambi i casi ci metto la medesima passione, che è la passione per il mio lavoro. I criteri sono quelli della stagionalità dei prodotti, che in questo caso sono stati forniti da Coop Lombardia che è sponsor della serata. Mi hanno portato i prodotti di stagione che avevo richiesto. Detto questo quando si costruisce un menu occorre tenere ben presente l’armonia. La stessa armonia che bisogna avere nella vita. Più uno è armonico, più riesce a vivere meglio, più riesce a relazionarsi con gli altri. Allo stesso modo: il menu più è armonico, meno è ripetitivo e meglio fa al fisico.
La sua cucina è associata al concetto di eticità. Cosa si intende nel concreto per “cucina etica”?
Significa avere il rispetto delle stagione. La base è questa. Un principio che ho ereditato dalla mia famiglia. In particolare da mia mamma. L’etica riferita al cibo in poche paro le vuol dire, per fare un esempio, usare il pomodoro in questa stagione perché è buono e costa meno. Ogni ingrediente merita rispetto, anche perché in questo modo si rispettano gli ospiti della cena.
Quella degli Amici è una cena dedicata agli anziani. Che rapporto ha lei col passare del tempo?
Io ormai ho quasi 51 anni. Mi madre che è una saggia donna di 87 anni dice: “L’uomo propone, Dio dispone”. Dopo i 50 anni ho incominciato a sentire mancare le energie che avevo prima. E ho iniziato a pensare a quale sarà la mia vita nei prossimi anni. Non sono spaventato, ma ci ragiono. E più ci ragiono, maggiore è il rispetto che ho verso gli anziani e le loro debolezze.
Le Rsa e gli ospedali sono luoghi dove, almeno nell’immaginario collettivo, la buona cucina non viene al primo posto: è per forza così o si può anche mangiar bene in contesti come questo?
Servono due ingredienti. La qualità dei prodotti, e per quello che ho visto mi pare che ci siamo, e poi l’entusiasmo. Stasera ho avuto modo di conoscere la donna chef che gestisce la cucina del Trivulzio e i ragazzi che lavorano con lei. Mi pare abbiano un’adrenalina bestiale. Mi sembrano persone che sanno come vivere bene la giornata, cucinando. E questo entusiasmo naturalmente si trasferisce anche nei piatti che propongono. In un contesto, bisogna dirlo, molto impegnativo non solo per l’età degli ospiti, ma anche per il loro numero.
In foto: Maurizio Carrara (presidente del consiglio di indirizzo del Pio Albergo Trivulzio), Claudio Sileo (direttore generale del Pio Alberto Trivulzio), chef Davide Oldani e Marco Zanobio (presidente degli Amici del Trivulzio)