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15 Giugno 2019 - Commenti disabilitati su Il Cortile dell’esperienza: il nuovo progetto degli Amici del Trivulzio

Il Cortile dell’esperienza: il nuovo progetto degli Amici del Trivulzio

Una charity dinner con un piatto a sorpresa. Niente a che vedere con l’ottima cucina di Davide Oldani che ha ingolosito i circa 200 partecipanti (fra loro anche gli assessori regionali lombardi Stefano Bolognini e Giulio Gallera e l'assessore comunale di Milano Roberto Tasca) che giovedì 13 giugno si sono dati appuntamento in piazzetta Schuster all’interno del Pio Albergo Trivulzio per sostenere le attività del comitato degli Amici del Trivulzio, che nell’occasione - inclusa l’asta di beneficenza - hanno raccolto poco meno di 50mila euro. Fondi che, in buona parte, insieme a quelli del 5 per mille e di altre iniziative di fundraising che vedranno protagonisti gli Amici, saranno destinati al nascituro Cortile dell' esperienza, il giardino delle sensazioni per i pazienti affetti da Alzheimer e per i loro familiari. Lo spazio verde che sorgerà proprio all’ingresso della struttura di via Trivulzio 15 vedrà la luce nel 2021.

Si tratterà di un luogo dell’armonia, della calma e del quieto vivere, per le persone ricoverate nei reparti Alzheimer, che potranno trascorrere le giornate di bel tempo all’aria aperta e, con un percorso studiato, riscoprire sensazioni e percezioni dimenticate.

Sul palco della charity dinner per annunciare la sorpresa e presentare il progetto, insieme a Marco Zanobio, presidente degli Amici del Trivulzio, sono intervenuti Maurizio Carrara e Giuseppe Calicchio (i tre sono ritratti nella foto di apertura: Zanobio a sinistra, Carrara al centro e Calicchio a destra), rispettivamente presidente e direttore Generale ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio, e Andrea Colombo, direttore Generale Operazioni Coop Lombardia. Si è trattato del secondo anno consecutivo nelle vesti di main sponsorship per Coop Lombardia che ha regalato la maestria e l’eleganza della cucina di Davide Oldani. E lo stesso farà anche l'anno prossimo.

“Pio Albergo Trivulzio è sinonimo di tradizione, ma al tempo stesso di innovazione”, ha dichiarato Calicchio, “e con Il Cortile dell’esperienza desideriamo avvicinare ancora di più la nostra istituzione ai pazienti che soffrono di Alzheimer, curandoli, sostenendoli e arricchendo con un’attività moderna di sollievo le loro giornate”.

“Questa iniziativa”, ha aggiunto Zanobio, “segna per noi un cambio di passo nel rapporto con il Trivulzio. Un rapporto che si stringe sempre di più in un’ottica di piena condivisione degli obiettivi strategici fra il nostro comitato e l’istituzione del Trivulzio con l’orizzonte di rendere sempre migliore la vita degli ospiti  e degli anziani”. La direzione “rimane quella di aumentare le occasioni di scambio fra il Trivulzio e il territorio in modo  da rendere questo un luogo aperto allo scambio col quartiere e la città: il progetto del Cortile dell'Esperienza va esattamente in questo senso”, ha chiosato Zanobio.

 

10 Maggio 2019 - Commenti disabilitati su La musica che non t’aspetti: Beethoven e Bach al Pio Albergo Trivulzio

La musica che non t’aspetti: Beethoven e Bach al Pio Albergo Trivulzio

L’occasione è di quelle ghiotte, per gli amanti della musica classica, ma non solo per loro: non capita tutti i giorni infatti di poter assistere gratuitamente a un concerto di musica classica in uno scenario così suggestivo come quella della piazzetta Schuster, all’interno del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Segnatevi allora questa data: domenica 19 maggio. Alle 16.30  il pianista Salvatore Giannella si esibirà in concerto sulle note di  Ludwig van Beethoven e Franz Liszt. Un’ora dopo, alle 17.30, si replica con il maestro Jonathan Ferrucci che interpreterà  Johann Sebastian Bach, Franz Schubert e Béla Bartok.

Le due esibizione si terranno all’interno del programma culturale di Piano Milano City, che quest’anno vedrà fra i luoghi e le comunità che animeranno l’VIII edizione del festival di pianoforte, anche il Pio Albergo Trivulzio. Un risultato reso possibile grazie al Comitato degli Amici del Trivulzio. “Questi concerti per Amici del Trivulzio saranno un’occasione per presentare alla città la nostra attività e i nostri progetti”, chiosa il presidente della non profit Marco Zanobio, invitando a partecipare all’evento in primis, “gli ospiti della struttura, i loro familiari e tutto il personale dell’Istituto, perché crediamo che questa sia un’occasione per tutti noi per vivere la nostra città e per scoprire come la musica possa trasformare il Trivulzio in una sala da concerto molto speciale ed unica”.

NB: dopo il concerto seguirà aperitivo grazie al contributo di Campari Soda

In foto un'immagine di Ludwig van Beethoven

 

3 Aprile 2019 - Commenti disabilitati su Milano Marathon, tre assessori in gara con gli Amici del Trivulzio

Milano Marathon, tre assessori in gara con gli Amici del Trivulzio

Tre assessori e un presidente: tutti in pista il prossimo 7 aprile per la Milano Marathon sotto le insegne degli Amici del Trivulzio. Nell’ordine la squadra di staffetta "istituzionale" made in Trivilzio sarà composta da: Stefano Bolognini (nella foto di apertura durante un allenamento di questo inverno), assessore lombardo alle Politiche Sociali e alla Casa; Giulio Gallera assessore al Welfare sempre in regione Lombardia; Antonio Salinari, assessore allo Sport, Cultura, Politiche Sociali e Verde del municipio 7, quello dove insiste il Pio Albergo; e, naturalmente da Marco Zanobio, presidente degli Amici del Trivulzio.

Per Bolognini, podista amatoriale (negli ultimi tempi frenato da qualche acciacco di troppo alla caviglia), sarà la seconda esperienza, dopo quella di tre anni fa, nelle vesti di runner solidale alla maratona di Milano. «Credo che sia un ottimo modo per diffondere la cultura della solidarietà e della socialità su un bacino di persone importante». Perché quest’anno ho scelto di correre prioprio per gli Amici del Trivulzio? «Perché credo che facciano un lavoro importante all’interno di un’istituzione simbolo di Milano e su un target, quello degli anziani, molto significativo», risponde Bolognini. Se la Lombardia e il suo capoluogo vogliono confermare di essere in testa alle classifiche dell’innovazione, anche di quella sociale, «sperimentazioni come quelle che si realizzano al Trivulzio, penso alla domotica, ma anche al lavoro che si fa in alcuni laboratori più all’avanguardia, vadano conosciute e sostenute», ragiona Bolognini. Che chiosa: «Ed è importante farlo anche attraverso una realtà non profit come quella degli Amici che alcune innovazioni è in grado di introdurle con più snellezza e rapidità rispetto a quanto potrebbe fare il Trivulzio, in quanto istituzione». Un richiamo diretto a progetti come Adotta un Nonno o Digital Trivulzio che gli Amici del Trivulzio portano avanti con successo da tempo avendo saputo coinvolgere non solo il personale e le strutture del Trivulzio stesso, ma anche il territorio, in primis, come naturale, quello del municipio 7. Come sa bene l’assessore Salinari (nella foto qui sotto), nato e cresciuto a Baggio. «Le attività degli Amici sono una ricchezza per tutta la nostra zona, una vera eccellenza perché concepiscono l’anziano non come un peso, ma come un soggetto attivo», dice Salinari, anche lui come Bolognini appassionato di corsa ed organizzatore della Tre Parchi Run che si terrà il week end successivo alla Maratona (non a caso in questi giorni lo troviamo spesso ad allenarsi al Parco delle Cave in vista del duplice appuntamento dei prossimo giorni).

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«Il nostro municipio», aggiunge Salinari, «conta 175mila abitanti, quasi come Parma per intenderci, siamo una città dentro la metropoli e quindi ci confrontiamo con le classiche problematiche di una città italiana del nostro tempo e quella della gestione degli anziani è sicuramente una priorità». «In questo senso», conclude, «un rapporto attivo e di scambio fra l'amministrazione e le realtà sociali è decisivo. Gli Amici del Trivulzio con le loro progettualità aperte al territorio e il Trivulzio stesso, penso a quando, durante il periodo estivo, apre le porte agli anziani del quartiere perché possano trovare un po' di fresco, sono una presenza decisiva per la qualità della vita dei nostri cittadini anziani e delle loro famiglie»


Chi volesse partecipare alla Milano Marathon con gli Amici del Trivulzio può scrivere un mail a: info@amicideltrivulzio.it

29 Marzo 2019 - Commenti disabilitati su La maratona artistica di Enrico per gli Amici del Trivulzio

La maratona artistica di Enrico per gli Amici del Trivulzio

La si potrebbe definire una staffetta non solo solidale, ma anche artistica, quella costituita dal 37enne gallerista milanese Enrico Motta e insieme a due 2 colleghi galleristi (Angelo Enrico e Francesco Maspes) correrà la Milano Marathon sotto le insegne degli Amici del Trivulzio. Un link nato grazie a un grande pittore italiano: Angelo Morbelli. Nel gennaio di un anno fa infatti sempre nel capoluogo lombardo è nato l’Archivio Angelo Morbelli, in occasione dei cento anni dalla morte di uno dei capiscuola del divisionismo italiano. Nel comitato scientifico, oltre a Giovanni Anzani, uno degli studiosi più autorevoli del divisionismo, sono entrati Elisabetta Chiodini, storica dell’arte specializzata in pittura italiana dell’800 e appunto Angelo Enrico e Francesco Luigi Maspes, che vedremo all’opera, in calzoncini e maglietta il prossimo 7 aprile insieme a Motta, che dell’Archivio è un appassionato collaboratore.

 

Partiamo da una curiosità: chi sarà il quarto componente della staffetta? Anche un gallerista?
No, ma è sempre del giro, è un comune amico e fa il corniciaio.

Amici nello sport, ma competitor sul lavoro…
Sì, ma questo non è un problema. In gara ci daremo una mano.

Come è nata l’idea di partecipare alla Milano Marathon?
Eravamo in Fiera tutti insieme e abbiamo visto il cartellone pubblicitario. Francesco Maspes è il più serio e il più preparato dei quattro in tema di running.  Anche a me piace correre, ma il massimo che ho fatto sono 15 chilometri. A Milano mi toccherà la prima tratta, sono 13 chilometri. Speriamo bene.

Obiettivo?
Stare comodamente sotto le 4 ore. Ce la dovremmo fare.

Veniamo ora alla domanda clou: perché avete scelto di correre proprio sotto le insegne degli Amici del Trivulzio?
Quando ci siamo iscritti, abbiamo deciso di aderire anche al Charity Program. Scorrendo l’elenco delle onlus ci siamo imbattuti negli Amici del Trivulzio ed è scoppiata la scintilla. Nella vita e nell’opera di Morbelli, il Trivulzio è stato fondamentale.

In che senso?
La Baggina è stato un luogo di ispirazione della sua pittura sociale. Morbelli fra la fine del 1800 e l’inizio del secolo successivo ha molto frequentato il Trivulzio e le sue cucine economiche. Voleva state a contatto con gli anziani e i poveri della città che poi rappresentava nelle sue opere.

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Se uno volesse vederle, queste opere?
Sino al 13 aprile le gallerie Enrico dedicano proprio la mostra “Tra Verismo e impegno sociale”, che presenta 25 dipinti, tra i più famosi realizzati dal maestro piemontese. L'ingresso, fra l'altro, è gratuito.


Per iscriversi alla Milano Matathon e avere informazioni (anche sui benefit e gadget riservati ai concorrenti)  :

Per chi invece non se la sentisse di correre in strada, ma non volesse perdere l’occasione di vincere la gara della solidarietà è possibile sostenere i progetti di Amici del Trivulzio con una donazione, anche simbolica, attraverso la  piattaforma Rete del Dono a questo link

13 Marzo 2019 - Commenti disabilitati su Bruno Varacalli, un special runner per la Milano Marathon degli Amici del Trivulzio

Bruno Varacalli, un special runner per la Milano Marathon degli Amici del Trivulzio

Sarà il “testimonial” degli Amici del Trivulzio alla Milano Marathon 2019? Lui è Bruno Varacalli, poliziotto, 32 anni, runner e amputato. 5 settembre 2017. Una gomma si stacca da un’autocisterna. Lui, in moto, non riesce a evitarla. Scivola. Un Tir gli porta via la gamba destra. Da lì incomincia un’altra vita. Che custodisce un sogno: quello di diventare un atleta di alto livello, nelle gare di velocità. E magari andare alle Paralimpiadi? «Magari!». L’impegno e la voglia non gli mancano di certo: «Corro i 60, i 100 e i 200 metri, ogni settimana mi alleno 6 giorni. Allenamenti professionali. «Due ore, due ore e mezza a volta: alterno piscina, palestra e pista. Velocità e tecnica di corsa», aggiunge Bruno. Le distanze lunghe per ora gli sono precluse, ma nel frattempo si è anche laureato in Scienze motorie con una tesi su “Lavoro, sport e disabilità nelle forze di polizia”. Voto? Un bel 105. E gira le scuole facendo formazione per la prevenzione degli incidenti stradali, in attesa che la Polizia di Stato riveda le sue mansioni che naturalmente non possono essere quelle di prima dell’incidente.

 

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Come hai conosciuto gli Amici del Trivulzio?
Era un sabato, lo scorso 29 settembre. E al Trivulzio si festeggiavano i dieci anni della palestra Amputati. Mi hanno presentato l’associazione e le sue attività. Da lì al mio coinvolgimento alla Milano Marathon il passo è stato breve.

Il 7 aprile non sarai in gara…
Però parteciperò alla parata finale e farò il tifo per i runner targati Amici. La protesi è ancora “troppo giovane” per consentirmi di coprire di corsa medie e lunghe distanze.

Come sei arrivato al Trivulzio?
Dopo il ricovero, nel novembre 2017, ho incominciato la riabilitazione proprio nella palestra del Trivulzio. Tra febbraio e giugno del 2018 ci andavo 5 volte la settimana: è stato il periodo in cui hi imparato a camminare con la mia nuova gamba. All’inizio facevo fatica a stare in piedi anche solo per dieci minuti col supporto delle parallele. Adesso riesco a gestirmi anche per 13-14 ore e ho praticamente finito l’ultima fase che è incominciata al termine della scorsa estata. Stiamo lavorando sull’elasticità del moncone.

Che tipo di esperienza è stata?
Ho trovato dei professionisti eccezionali, di altissimo livello. Ma se devo dire l’aspetto che più mi ha colpito è che la palestra amputati del Trivulzio è una sorta di grande famiglia, dove ho costruito rapporti di amicizia con i fisioterapisti (e non solo con loro) che mi sono portato anche nella vita di tutti i giorni. Mi rimarrà un ricordo bellissimo.


Per gli Amici del Trivulzio il 7 aprile correrà anche Carla Piersanti


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2 Marzo 2019 - Commenti disabilitati su Nicola: “Nella nostra squadra per la Milano Marathon anche un paziente del Trivulzio”

Nicola: “Nella nostra squadra per la Milano Marathon anche un paziente del Trivulzio”

Una staffetta made in Trivulzio, la si potrebbe definire. È quella messa in pista da Nicola Sortino, 37 anni, originario di Caltagirone in Sicilia, due figlie e una laurea in fisioterapia. Sarà lui il 7 aprile a “capitanare” una delle sei squadre, ciascuna composta da quattro atleti, che porteranno il nome degli Amici del Trivulzio stampato sui pettorali in giro per gli oltre 42 chilometri della Milano Marathon.“Non vedo l’ora”, esordisce Nicola.

Da quanto tempo lavori per il Pio Albergo Trivulzio?
Da dodici anni. Naturalmente come fisioterapista.

Sei un runner abituale?
Mi definirei piuttosto un podista “stagionale”, cioè corro outdoor da marzo a settembre circa una volta a settimana, senza grandi ambizioni in termini di performance.

Hai aspettative particolari per la gara del 7 aprile?
Sì, una fondamentale. Divertirmi.

Come è nata l’idea di formare una staffetta “interna” al Pat?
Lo spunto è arrivato leggendo le pagine intranet della nostra azienda. Così io e il mio collega Pippo Di Palma (nella foto insieme a Nicola. Nicola è quello con la barba, ndr.) ci siamo lanciati: abbiamo coinvolto un amico, ma soprattutto un paziente.

Avete una particolare strategia di gara?
Nessuna in particolare: probabilmente farò io la prima tratta, mentre gli ultimi chilometri li terminerà il paziente. Per lui in un certo senso questa esperienza è il traguardo di una vita. Per il resto, come ho detto, l’importante è che sia una bella giornata per tutti.

E un’occasione per far conoscere le iniziative degli Amici del Trivulzio, come Adotta un Nonno e Digital Trivulzio…
Certo. Questo è un obiettivo cruciale. I progetti degli Amici rappresentano la continuità del lavoro riabilitativo che noi svolgiamo all’interno della struttura e che l’associazione riesce a proseguire con e nel territorio. Un supporto fondamentale.

Ci aiuti a “inventare” uno slogan a favore degli Amici che faccia breccia fra i runner e gli amatori che incontrerete in gara?
Eccolo: Vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se tu non dovessi morire mai, corri come se ci fossero continui traguardi.


Per gli Amici del Trivulzio il 7 aprile correrà anche Carla Piersanti


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25 Febbraio 2019 - Commenti disabilitati su Carla Piersanti in pista con gli Amici del Trivulzio alla Milano Marathon: «Fate come me»

Carla Piersanti in pista con gli Amici del Trivulzio alla Milano Marathon: «Fate come me»

Guiderà una delle quattro staffette che il 7 aprile in occasione della Milano Marathon vestiranno lungo i 42 chilometri del percorso il pettorale targato Amici del Trivulzio. Lei è Carla Piersanti, 49 anni, sposata, una figlia, cooperatrice sociale alla coop Eureka! e una passione, condivisa col marito, per la corsa. Si allena quattro volte la settimana e in questi giorni sta preparando anche la maratona di Parigi che correrà sette giorni dopo quella di Milano.

Da quanto tempo corri?
Ormai sono diversi anni: dal 98. Ho fatto diverse mezze maratone, ma anche una maratona. Quella di New York nel 2017. L’anno prima ero stata operata per un tumore al seno. E paradossalmente è stata proprio quella la molla che mi ha dato lo slancio per correre i miei primi 42 chilometri.

In che senso?
Sono stata in cura presso lo IEO. Lì sono stata “intercettata” dalla Fondazione Umberto Veronesi dal running team delle Pink is good, un gruppo di una ventina di podiste che raccolgono fondi per la ricerca sul cancro. In otto abbiamo corso la maratona della grande mela.

Insomma le corse solidali ti si addicono…
A New York è stato bellissimo. Ci ho messo quasi 5 ore, ma era un continuo darsi il cinque con gli spettatori. In qualche caso ci siamo fermate anche per scambiare qualche parola sulla nostra attività di raccolta fondi.

Il 7 aprile scendi in pista per gli Amici del Trivulzio…
E lo faccio con gradissimo piacere. Lavorando alla cooperativa Eureka! conosco benissimo il valore dei loro progetti e in particolare di Adotta un nonno, di cui siamo partner.

Sei pronta a raccontarlo al pubblico della Milano Marathon?
Senz’altro. È un’iniziativa straordinaria e gratuita che va al di là della “normale” assistenza agli anziani. L’obiettivo è di portare fuori casa gli anziani e di rimetterli in connessione con il loro quartiere e la loro città. Come facciamo quando portiamo i nostri nonni a far la spesa, al parco o al cinema.

Un spot per gli amici del Trivulzio?
Più delle parole bisognerebbe far vedere a tutti la felicità nei volti dei nonni che abbiamo portato alla Scala lo scorso anno, come quello del signor Emanuele o della signora Liliana.


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17 Ottobre 2018 - Commenti disabilitati su Sagra Baggio: quest’anno ci sono anche gli Amici del Trivulzio

Sagra Baggio: quest’anno ci sono anche gli Amici del Trivulzio

Tutto pronto per la tradizionale Sagra di Baggio, che quest’anno (19-21 ottobre) celebra la sua 390esima edizione. Da venerdì a domenica fra via delle Forze Armate, via Gianella, via Ceriani, piazza Anita Garibaldi, via Due Giugno, via Anselmo da Baggio e le strade limitrofe si terranno mostre, incontri, concerti, rappresentazioni teatrali, visite guidate, stand e bancarelle. Ma la vera novità dell’anno sarà la possibilità di effettuare screening gratuiti e altri check medici come controllo pressione arteriosa, spirometria, valutazione massa corporea e misurazione colesterolo e glicemia. Questo grazie anche al personale medico specializzato del Pio Albergo Trivulzio, che proprio in questa occasione avrà l’opportunità di presentare il ventaglio dei suoi servizi: dal Poliambulatorio al Pronto Trivulzio passando per le Residenze per anziani.

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A Baggio ci saranno anche gli Amici del Trivulzio. Saremo lieti di presentare sia i nostri progetti interni alla struttura sia le iniziative sul territorio. Con noi ci sarà anche la cooperativa Eureka!, che collabora sia con il Pat sia con gli Amici, che porterà in piazza i propri asinelli (proprio l’asinello è l’animale simbolo della Sagra). Fra l’altro l’asinello è utilizzato al Trivulzio nella terapia con l’anziano, per la sua innata docilità e per la capacità di suscitare nell’anziano stimoli e ricordi dei tempi passati.

8 Ottobre 2018 - Commenti disabilitati su Il Trivulzio nella Grande Guerra

Il Trivulzio nella Grande Guerra

Nel centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale, l’ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio presenta la mostra La Grande Guerra al Pio Albergo Trivulzio, un racconto per immagini degli anni in cui l’Istituto ha offerto il suo soccorso come ospedale militare.

La mostra rimarrà aperta da  sabato 13 ottobre a venerdì 30 novembre
Inaugurazione con aperitivo, venerdì 12 ottobre 2018 - Ore 18.00
Tutti i giorni, dalle ore 9.30 alle ore 19.30
presso il Pio Albergo Trivulzio
via Trivulzio, 15 - Milano

L’iniziativa, realizzata dal Museo Martinitt e Stelline, in collaborazione con Comitato Amici del Trivulzio Onlus, Auser Milano, Milano Attraverso e Associazione ex Martinitt e ex Stelline, nell’ambito della rassegna Novecento italiano e coinvolta nell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018 dal Ministero per i beni culturali e le attività culturali, verrà presentata in anteprima venerdì 12 ottobre, a partire dalle ore 18.00. Dal palco dell’Auditorium G. Porta del Pio Albergo, interverranno Giuseppe Armocida, medico, docente di storia della medicina, Luigi Ferlin, Presidente di Auser Milano e Cristina Cenedella, responsabile degli archivi del Trivulzio, Martinitt e Stelline e del Museo Martinitt e Stelline.

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UNA GUERRA DI TRINCEA
Il 23 maggio 2015, il Regno d’Italia dichiara guerra all’Impero Austro-Ungarico, entrando così in quel conflitto che presto divenne la Prima Guerra Mondiale, prima per i tanti tristi primati che l’accompagnarono (per numero di nazioni coinvolte; per essere stata combattuta per terra, cielo, mari e perfino sotto i mari; per i molteplici fronti di combattimento, perfino in alta quota; per l’uso di nuove armi: carri armati, sottomarini, armi chimiche; per i bombardamenti aerei sulle città; per le ferite e le patologie riscontrate, e per molto altro ancora). Ma la Grande Guerra fu anche prima per l’uso di nuovi medicamenti, di nuovi alimenti e di nuovi mezzi di comunicazione. Fu sicuramente una guerra di posizione, di trincea, che coinvolse milioni di persone e che causò oltre 650 mila militari italiani morti, cui si vanno aggiunti oltre 1 milione di civili, deceduti per malattie (influenza spagnola) e malnutrizione e in misura assai ridotta per azioni belliche.
Neppure un mese dopo l’inizio del conflitto, anche il Pio Albergo Trivulzio entrò in guerra e divenne attore fondamentale nel sistema della sanità militare, affiancandosi quale ospedale militare di riserva alla complessa rete realizzata all’interno della città milanese che capillarmente con oltre 60 luoghi si trasformò in un complesso sistema ospedaliero, al fianco del principale ospedale militare, all’epoca collocato dove oggi sorge la sede dell’Universita’ Cattolica.

IL SISTEMA SANITARIO-MILITARE
La mostra è stata curata da Cristina Cenedella, che ha voluto presentare non solo gli accadimenti all’interno del Trivulzio, ma anche come la città e tutta la Nazione affrontarono il conflitto, che vide coinvolti in modo attivo il personale del Trivulzio e molti ex Martinitt, che andati al fronte mai più fecero ritorno a casa. “Il percorso è ampio e molto ben documentato”, sottolinea Marco Zanobio, che oltre ad essere presidente di Amici del Trivulzio, nella cui veste ha attivamente ha collaborato alla realizzazione dell’evento, è anche un appassionato di studi storico-medici: socio della Società Italiana di Storia della Medicina e dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, è stato relatore in diversi convegni, trattando proprio di tematiche legate alla Grande Guerra e alla medicina militare. “Il visitatore” osserva Zanobio, “ potrà vedere, attraverso la ricca documentazione fotografica, come fosse organizzato all’epoca il sistema sanitario militare italiano”. “Medicina e Guerra costituirono sempre un connubio indissolubile anche se, dal punto di vista scientifico, i primi trattati di medicina militare sono alquanto recenti: nel Medioevo compaiono le prime opere di medicina militare, ma probabilmente il primo trattato è del 1606, un manoscritto del medico milanese Cesare Bergamio (Tryglosson per il regimento dell’universale conservatione della sanità dell’Esercito), conservato alla Biblioteca Ambrosiana, che tratta di medicina e igiene militare, destinato ai militari e al personale sanitario in servizio presso l’esercito”. “La Mostra consente di comprendere il ruolo di ospedale militare di riserva, che nel caso del Trivulzio accolse oltre 35.000 militari feriti, provenienti dai  diversi fronti. MIlano negli anni della Guerra accolse complessivamente circa 180.000 infermi: quindi ben si può comprendere il ruolo fondamentale svolto dal Trivulzio, che - inaugurato nel 1910 - costituiva l’ospedale più moderno e più all’avanguardia della città e forse non solo”.

Il Trivulzio ancora una volta diventa protagonista della storia milanese e non solo, grazie al fondamentale contributo offerto nella cura e assistenza ai militari feriti. La propria funzione andò oltre il 1918, infatti solo con il 1921 tutti i militari lasciarono il Trivulzio, consentendo così di ritornare alla propria originaria funzione. Nella mostra sono esposti per la prima volta al pubblico i registri sanitari dei militari feriti, con evidenza dei dati personali, delle informazioni di entrata in ed uscita dall’ospedale. Migliaia e migliaia di nomi, che nell’arco di 7 anni passarono per il Trivulzio.

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“Ho avuto modo di partecipare nella creazione della mostra, ritrovando nei documenti conservati presso le Civiche Raccolte Bertarelli al Castello Sforzesco alcune cartoline d’epoca, dove compare la facciata del Trivulzio con indicato Ospedale Chirurgico Militare e sul retro un timbro recante Ospedale Militare di Riserva - Baggina - Amministrazione. Questa immagine oggi è esposta nei pannelli della mostra”, segnala Zanobio. I pannelli passano in rassegna l’organizzazione non solo del Trivulzio ma dell’intero sistema sanitario militare; inoltre una sezione è dedicata al ruolo delle donne, che ebbero un ruolo determinante nella vita del sistema sanitario ma soprattutto economico del Paese: i militari erano al fronte, le donne lavoravano nelle fabbriche. Alcune immagini sono anche dedicate al ruolo degli animali, perché il trasporto - soprattutto in quota (pensiamo al fronte della Guerra Bianca) - avveniva grazie a muli, cani, asinelli e via dicendo. La mostra infine dedica ampio spazio la sacrificio che i Martinitt offrirono alla Patria: nella lapide commemorativa posta nell’edificio di via Pitteri sono riportati i nomi di quanti caddero al fronte. Per ogni militare è stata predisposta una scheda biografica, resa possibile grazie alla scrupolosa ricerca condotta negli archivi del Museo dei Martinitt, dai suoi curatori e dai molti volontari che vi hanno collaborato. Fra questi spicca sicuramente la medaglia d’oro al valor militare, Roberto Cozzi, cui la città di Milano ha dedicato una via e alla cui memoria è intitolata la piscina, realizzata negli anni Trenta del secolo scorso, per lo svolgimento dei campionati littoriali di nuoto.

 

IL MAGGIORE FRA GLI OSPEDALI MILITARI DI RISERVA
Un documento che testimonia l’importanza del Pio Albergo Trivulzio durante gli anni della prima guerra mondiale è un articolo intitolato “Ospedali militari di riserva-nella Città di Milano una storia di eccellenza e umanità durante la Grande Guerra” pubblicato su l bollettino Omc e Omi 3/2011 luglio-settembre (il foglio dell’ Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Milano) a firma di Dario Cova e Ugo Garbarini. Il documento è stato “scoperto” da  Zanobio.

Ma come raccontano il Trivulzio Cova e Garbarini? Come detto siamo nel maggio del 1915 e l’esercito italiano e quello austriaco si stanno battendo sul fronte che va dallo Stelvio al mare. A Milano il centro medico più importante è l’Ospedale Militare Principale, situato in largo Gemelli dove oggi sorge la sede principale dell’università Cattolica. A supporto di quella struttura in tutta la città vengono attrezzati gli Ospedali Militari di Riserve, il maggiore dei quali è proprio quello della Baggina). Scrivono i due autori: “L’autorità militare richiese la disponibilità del vasto complesso assistenziale per anziani e malati cronici denominato Pio Albergo Trivulzio (popolarmente definito “Baggina”) sollecitando il trasferimento dei suoi ospiti, i “Vecchioni”, nella sede di Porta Vittoria dell’Orfanotrofio maschile dei “Martinitt”, a loro volta sistemati nella casa di campagna di Canzo, in Brianza. Ma se il trasloco dei ricoverati anziani e autosufficienti era fattibile, più difficoltoso si presentava lo sgombero del Cronicario, dove erano assistiti per conto del Comune di Milano, oltre 800 malati inguaribili. A tale proposito si svolsero amichevoli trattative fra l’Autorità militare, le rappresentanze del Comune di Milano e della Pia Amministrazione che si conclusero con un accordo vantaggioso per entrambe le parti. Il Cronicario rimaneva nelle sue originarie strutture (edificio a sinistra entrando) lasciando libero l’edificio sulla destra (Ospizio dei sani) per l’allestimento di uno spazioso ospedale militare chirurgico di riserva, in grado di far fronte ad ogni possibile emergenza bellica, come poi avvenne. Il complesso residenziale, che aveva allora solo cinque anni di vita, era quanto di meglio poteva offrire la città di Milano: edifici moderni e funzionali, spaziosi e ben ventilati, con buona esposizione solare, strutture già attrezzate con impianti di base, che potevano, con appropriati adattamenti, essere utilizzati per le nuove esigenze medico-militari. Tre mesi dopo la sua istituzione per le drammatiche esigenze di guerra e le sopravvenute epidemie di colera, venne istituita una sezione contumaciale, portando a 1240 i posti letto normalmente disponibili. L’Ospedale funzionò sempre al gran completo, con la costante presenza di feriti gravi barellati: dal 22 agosto 1915 al 31 maggio 1921 i militari ricoverati furono ben 35.463 con un totale di 1.186.751 giornate di presenza.

Nel complesso i feriti ricoverati in chirurgia furono 19.463, dei quali 645 ufficiali, 16.909 di truppa e 2092 prigionieri di guerra. Da rilevare la percentuale estremamente bassa di decessi ove si consideri il numero e la gravità dei feriti: lasciarono la vita 4 ufficiali, 321 soldati e graduati e 98 prigionieri. La Città di Milano, con le sue strutture civili “militarizzate” e le Istituzioni sanitarie d’avanguardia, ebbe un ruolo di primo piano in quell’immane conflitto: un contributo, poco conosciuto, di eccellenza e umanità che è giusto ricordare. Nel giugno del 1918 le operazioni belliche sul fronte italiano furono caratterizzate dall’ultimo grande attacco austriaco dal significativo e minaccioso nome di “Operazione Radetzki”. Dopo sei giorni di inutile lotta gli austriaci abbandonarono il terreno e come disse Ludendorff “Per la prima volta avemmo la sensazione della nostra sconfitta.” Di lì a qualche mese Vittorio Veneto, la Vittoria!”.

IL MONUMENTO IN ONORE DEI MARTINITT
“Cento anni dopo la fine della Grande Guerra, arricchiamo le diverse celebrazioni dedicate a questa ricorrenza, condividendo il contributo offerto dal Pio Albergo Trivulzio in quel periodo, a sostegno dei militari feriti”. conclude Claudio Sileo, direttore Generale ASP IMMeS e Pio Albergo Trivulzio, “una testimonianza particolarmente importante perché per la prima volta viene data la possibilità al pubblico di conoscere questo tassello della storia di assistenza del nostro Istituto. Il prossimo 4 novembre coinvolgeremo anche i centenari ricoverati nelle nostre Residenze, daremo loro una medaglia per ricordare i cento e più anni di storia che hanno vissuto in prima persona. A ricordo dei dipendenti e degli orfani Martinitt coinvolti dal conflitto, inoltre, inaugureremo un monumento e una targa in loro onore.


  • La foto di apertura è tratta dal bollettino dell’Ordine dei Medici di Milano su concessione della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli - Castello Sforzesco - Milano
  • L'immagine del timbro è tratta da una cartolina conservata presso la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli - Castello Sforzesco - Milano

16 Aprile 2018 - Commenti disabilitati su Anziani & non solo: il Trivulzio e i suoi Amici vi aspettano per una due giorni di visite gratis

Anziani & non solo: il Trivulzio e i suoi Amici vi aspettano per una due giorni di visite gratis

Tre in uno: un check up medico qualificato e gratuito, la possibilità di conoscere il comitato degli Amici del Trivulzio e la visita della mostra a cielo aperto che in via Dante ripercorre i 250 dalla nascita del Pio Albergo.

Dopo l’edizione di febbraio in piazza Lombardia, venerdì 20 e sabato 21 dalle 11 alle 19 in piazza Cairoli angolo via Dante, il Trivulzio torna ad incontrare i cittadini per mettere al loro servizio la sua esperienza di cura e assistenza. E con gli specialisti ci saranno anche i volontari degli Amici del Trivulzio che racconteranno due progetti innovativi a favore degli anziani del Trivulzio, ma non solo: Adotta un nonno e Digital Trivulzio.

Questo il programma delle due giorni di salute, solidarietà e arte: Il programma dei due giorni prevede:

Cura e prevenzione delle malattie metaboliche. Per sensibilizzare i cittadini ad una corretta alimentazione verrà mostrata la piramide degli alimenti, verrà misurata la massa corporea e sarà possibile rispondere in tempo reale ad un simpatico test per verificare conoscenze e falsi miti. Si farà anche la prova gratuita della glicemia e si discuterà di diabete.

Cura e prevenzione dei disturbi ortopedici. I fisiatri del Trivulzio racconteranno come fare movimento, con poca fatica ma con costanza, per mantenere un corpo attivo. I fisioterapisti mostreranno i segreti della respirazione corretta e come correggere le cattive abitudini. Inoltre gli ortopedici daranno preziosi consigli su come riconoscere l’avanzare dell’artrosi.

Salute del cuore. Anche in questo caso bisogna fare attenzione ad una corretta alimentazione, ma non solo. L’abitudine del fumo è nemica del nostro cuore. Insieme all’inquinamento può incidere in modo serio sulle nostre capacità respiratorie. I cardiologi e i pneumologi del Trivulzio risponderanno alle domande dei cittadini sulla prevenzione mentre provano la pressione, misurano il colesterolo e la frequenza cardiaca.

Benessere dell’intestino per tutti, anche per gli anziani. Gastroenterologi e geriatri illustreranno le buone pratiche che incidono positivamente sulle abitudini quotidiane degli uomini e delle donne più mature, anche quando a fare la differenza sono un deficit cognitivo o la cura di un dolore cronico.